Fotografia e arte contemporanea, ma anche conversazioni con gli autori, esposizione di opere fotografiche e di videoarte, visite guidate ed eventi dedicati ai giovani. È ricco e variegato il programma della XV edizione di Fano Centrale Festival, rassegna culturale ormai storica della città della Fortuna che si svolge dal 7 al 9 giugno. Quest’anno l’iniziativa nata dalla passione dei curatori Luca Panaro e Marcello Sparaventi, ha richiamato più di venti fra artisti da varie regioni d’Italia, a sottolineare quanto l’evento fanese sia apprezzato oltre i confini regionali.
Scatti nei luoghi simbolo della città
La tre giorni artistica di quest’anno è articolata in diverse zone di Fano e Mondolfo con l’obiettivo di valorizzarle. Un forte legame con il territorio evidenziato anche dal sostegno che BCC Fano dà all’iniziativa: non soltanto la kermesse dà spazio ai giovani impegnati nella cultura e nell’arte, ma pone sotto i riflettori sia il tema artistico dell’immagine fotografica che la riscoperta di location suggestive.
FotograFano. Gli studenti guardano la città. Al Caffè Centrale, in Corso Matteotti 104, e in Piazza Amiani con Centrale Edicola prende vita un progetto fotografico del Liceo Artistico Apolloni di Fano e la presentazione del nuovo restyling della galleria a cielo aperto “CentraleEdicola” di Piazza Amiani. A cura della classe 5B sezione Architettura e Ambiente / Design dell’Arredamento. Realizzato con i docenti Giovanni Ferri e Veronica Salomone. Ingresso gratuito
Fotografia contemporanea al Museo Civico di Fano
Al Museo del Palazzo Malatestiano la prima collezione di fotografia contemporanea del Museo Civico grazie a Fotografia Centrale.
Si tratta di opere acquisite dal Comune di Fano nell’ambito di un progetto scientifico a cura dell’Associazione Centrale Fotografia. Il progetto è finanziato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura – Strategia Fotografia 2023. Uno sguardo sul territorio marchigiano di autori contemporanei in dialogo con le collezioni del Museo del Palazzo Malatestiano di Fano. Fotografie di Olivo Barbieri, Fabrizio Bellomo, Marilisa Cosello, Paola De Pietri, Mario Giacomelli, Fabio Sandri, Davide Tranchina. Nasce così la prima collezione di fotografia contemporanea del Museo Civico con una selezione di sette opere fotografiche. L’iniziativa rientra in un progetto di acquisizioni che porterà in città le immagini dei principali artisti attivi nel mondo della fotografia internazionale. Questo primo nucleo di opere offre uno sguardo sul territorio marchigiano, letto da artisti italiani di generazioni differenti e con stili diversi. Ciò permette di intraprendere una riflessione sul paesaggio delle Marche, con le sue mutazioni, e al contempo sulla fotografia, dal Novecento fino alle ricerche più attuali. Le opere dei sette artisti si relazionano tra loro in un virtuoso rimbalzo visivo, ma soprattutto entrano in dialogo con le collezioni storiche del Museo.
Nessuna geografia. Alla Rocca Malatestiana le opere di Silvia Mariotti
La mostra personale di Silvia Mariotti, fanese classe 1980, si sviluppa seguendo lo spazio longitudinale della stanza in cui le fotografie, sospese dall’alto, creano un percorso incentrato sulla natura e sugli aspetti che la caratterizzano, esplorandola come vettore di immagini ambigue e pensata nella sua dimensione generativa ed evolutiva. Le fotografie mostrano le indagini di contesti storici e sociali, celati nel tempo dalla forte presenza della natura (Aria buia) o simulazioni di paesaggi disfunzionali e stratificati (Diorami e Boutade) fino ad arrivare a visioni che appaiono come esplorazioni di abissi, trasportati dalle correnti (Drowning Light). Gran parte della ricerca è così riunita in un unico ambiente con l’intenzione di lasciar emergere da un lato dimensioni a volte dimenticate o più marginali, che spesso scivolano via, trascurate e dimesse, mentre dall’altro questioni più urgenti come quelle legate all’ambiente e alle sue derive, di cui forse è necessario riappropriarsi.
Orari: 7 giugno h. 21-24; 8 giugno h.10-13 / 16-20 / 21-24; 9 giugno h.10-13 / 16-20; 14-15-16 giugno h.17.30-19.30; 21-22-23 giugno h.17.30-19.30. Ingresso gratuito
La carica degli Under 30
Sono i protagonisti di “Rituali contemporanei”, cinque mostre di giovani talenti come Noemi Comi, Marco Erpete e Pasquale Savignano, Sara Lepore, Mattia Ragni, Alessandro Truffa. La mostra è a cura di Federica Benedetti, Maria Cristina Lanzafame, Beatrice Puddu, Chiara Spaggiari.
“Deathfest” di Noemi Comi (Catanzaro, 1996): parte della mostra collettiva “Rituali contemporanei”, in questo lavoro un cimitero, luogo tradizionalmente connotato da spiritualità e raccoglimento, si trasforma in un ambiente che invita a riconsiderare la ritualità connessa ai temi del lutto e della morte come un concetto più vicino all’idea di celebrazione che a quella di dolore. In Deathfest, Noemi Comi innesca un cortocircuito percettivo attraverso la risemantizzazione di uno spazio e di un’estetica ben definiti, in un dualismo armonico che propone nuove forme di contemplazione e riflessioni sulla contemporaneità.
“Centro estetico” di Marco Erpete e Pasquale Savignano (Catania, 1998; Avellino, 1994): parte della mostra collettiva “Rituali contemporanei”, in Centro Estetico il culto della propria persona diventa rituale che viene reiterato in una performance di cui è protagonista il singolo ma che nasce da aspettative della collettività. Marco Erpete esibisce corpi sottoposti a trattamenti finalizzati alla massima estetizzazione della figura umana, che si fa significante puro a discapito di un effettivo contenuto. Nella videoinstallazione l’accesso alle immagini è volutamente ostico: il primo contatto con l’opera avviene immergendosi nei suoni ideati da Pasquale Savignano.
“Ingrediente pentru un tort de miere, cu dragoste” di Sara Lepore (Carpi, 1999): parte della mostra collettiva “Rituali contemporanei”, Ingrediente pentru un tort de miere, cu dragoste (Ingredienti per una torta di miele, con amore) nasce per due malintesi linguistici che generano in Sara Lepore una riflessione sulla propria identità familiare perduta. Quella che pensava fosse una lettera d’amore, all’interno dell’archivio fotografico della madre, si rivela una raccolta di ricette, tra cui una torta di miele che invece diventa una torta alle mele. Il ricettario è l’occasione per ricongiungersi con la propria famiglia in Romania e la torta alle mele è la prova che nonostante l’incomprensione linguistica, la preparazione e la condivisone diventano motivo di incontro rituale con i propri cari.
“Fre-Mi” di Mattia Ragni (Conegliano, 1997): parte della mostra collettiva “Rituali contemporanei”, il video di Mattia Ragni si pone come spazio alternativo alle regole del rito sociale che implicano dinamismo, produttività, performatività, mostrando contesti urbani sovraffollati con immagini rallentate a 420 fps e dominate dal blu, colore che la cromoterapia associa al rilassamento. Anche i suoni in Fre-mi contribuiscono a definire quell’oasi di benessere che ognuno, in una società sempre più atomizzata, può costruire: registrati durante le riprese, sono stati trasformati in melodie dalla frequenza di 528 Hz, la cosiddetta frequenza del miracolo.
“Fuoco contro Fuoco” di Alessandro Truffa (Cuorgnè, Torino, 1996): parte della mostra collettiva “Rituali contemporanei”, Fuoco contro Fuoco affronta il tema della trasmissione di memoria e sapere, indagando il valore del pensiero analogico e rituale. Alessandro Truffa porta a visibilità l’antica pratica contadina piemontese di cura dal Fuoco di Sant’Antonio, nell’utilizzo di elementi quali il legno e la fiamma. E anche l’immagine fotografica conserva la sua natura analogica: le ossidazioni sono ottenute direttamente sulla carta dalla guaritrice, che vi agisce come se fosse pelle infetta, e anche i fotogrammi degli strumenti sono esito della tecnica fotografica off-scale.
- Fano Centrale Festival, Sara Lepore
- Fano Centrale Festival, Mattia Ragni
- Fano Centrale Festival, Alessandro Truffa
Nuovi percorsi culturali
“Processing” è un progetto espositivo del corso Magistrale in Fotografia di ISIA Urbino, opere di Eros Gaspardo (Pordenone, 1997), Gennaro Mungiguerra (Napoli, 1990), Lorenzo Urgesi, in arte LERO (Ceglie Messapica, 1998). A cura di Paola Binante. Mettendo in evidenza come la sperimentazione del mezzo fotografico sia una ricerca in continuo divenire, i lavori proposti dialogano con le caratteristiche del luogo in funzione del tempo. Il materiale, fermento creativo come carta, acqua, metallo e sassi, muta nel luogo rendendo l’atto espositivo parte integrante del processo creativo.
“Mentem Mortalia Tangunt” installazione fotografica di Andrea Valsecchi (Milano, 1970). A cura di Chippendale Studio. In fuga dal città di Troia in fiamme e dopo essere scampato a un travagliato viaggio nel Mediterraneo, Enea approda sulle coste di Cartagine. Qui, presso il tempio di Giunone, si commuove dinnanzi agli affreschi che raffigurano le sue sventure e a una terra che dimostra compassione: “sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt”. Che tradotto significa “la storia è lacrime e l’umano soffrire commuove la mente” [Eneide – Libro I, 462]. In questo progetto ancora in corso, di cui per l’occasione viene mostrata in anteprima la prima immagine della serie, Andrea Valsecchi fotografa l’orizzonte da varie sponde del Mare Mediterraneo, iniziando proprio dalla città di Fano. Nell’opera in mostra si può notare che l’orizzonte dell’immagine è stato sostituito da una striscia ottenuta con il materiale delle coperte isotermiche, normalmente utilizzate per il soccorso degli immigrati. Il nuovo orizzonte dorato diviene simbolicamente il trait d’union di tutte le terre, al contempo la rappresentazione delle speranze disattese di chi parte e della compassione di chi soccorre.
“Vista Mare” installazione video-fotografica di Edoardo Serretti (Urbino, 1986). A cura di Associazione Centrale Fotografia. Lo spazio come possibilità di attraversare luoghi. Il tempo come coordinata trasversale, età e durata del vagare. Da quale punto di vista osserviamo? Il campo visivo è reciproco: io e l’altro. Il campo visivo è sterminato e abbraccia le acque e i venti. L’installazione ha l’intento di stimolare interrogativi sulla questione migratoria e, in senso esteso, su quella umana. Attraverso tre elementi, un video, una fotografia e un oggetto, l’opera si propone di creare un corto circuito nello sguardo dello spettatore, fino a portare l’occhio al confine.
“Area libri” esposizione di pubblicazioni d’artista, cataloghi di fotografia e punto informativo del progetto ResidenzaLab. A cura di Sibylle Ciarloni.
Cinema adriatico a Mondolfo
The Last Goodbye inaugurazione dell’intervento site-specific di Mattia Ciaf (Genova, 1991) all’interno dell’ex Cinema Adriatico di Mondolfo. La mostra trova la sua dimora presso il Cinema Adriatico di Mondolfo. Questa scelta di location non è casuale: i cellulari, nonostante la loro distruzione, sembrano recitare una parte, salutando per farsi comprare. È come se eBay fosse il loro cinema personale, dove questi dispositivi digitali esibiscono una “performance” unica e straordinaria. L’intervento artistico di Ciaf si presenta massivo e intralciante, proprio come la tecnologia moderna che ci circonda. The Last Goodbye invade viralmente lo spazio espositivo attraverso una serie di fotografie, trovate dall’autore mentre scrollava la pagina di eBay. Le immagini ritraggono alcuni cellulari iPhone con schermi completamente distrutti, eppure, incredibilmente, vengono ancora venduti.
1-23 giugno h. 24 dalle vetrine; 9 giugno h. 17.30 inaugurazione alla presenza dell’artista e, a seguire, conversazione dell’artista con Luca Panaro. 15-16 giugno h. 17.30-19.30 apertura visite; 22-23 giugno h. 17.30-19.30 apertura visite. Ingresso gratuito.
Info